Legge 40, Prof. Ermanno Grego: "Serve una normativa uniforme. Le diverse sentenze creano paradossi
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  • 5 Aprile, 2013

Di Giuseppina Cavallo – Nuovamente la Legge 40 è stata bocciata, il Tribunale di Milano ha sollevato ancora una volta il dubbio di legittimità costituzionale. Una storia senza fine fatta di ricorsi e sentenze che complicano il ruolo dei medici che operano nel settore della fecondazione assistita e che confondono le coppie che devono ricorrere a questo metodo per avere un bambino. Abbiamo intervistato il professor Ermanno Greco, Direttore del Centro di Medicina e Biologia della riproduzione dell’European Hospital di Roma, ed esperto in materia per capire cosa comporta questa nuova bocciatura.
Professore, come commenta questa nuova bocciatura?
In realtà la Corte Costituzionale aveva già posto questo quesito, però in conto è il punto di vista giuridico, un conto è il punto di vista della libertà individuale che in effetti è violata visto che si nega la possibilità di accedere a tecniche di fecondazione eterologa. La corte costituzionale si era già espressa a riguardo e adesso sarà chiamata a un nuovo esame.
Secondo lei c’è possibilità che in questo caso la Consulta dia parere positivo?
Noi ci auguriamo di sì, ma la possibilità è molto bassa. Auspichiamo che il progetto dell’eterologa vada avanti anche in Italia e le coppie non siano costrette a rivolgersi a centri stranieri. Prima del 2004 si poteva fare facilmente l’eterologa maschile, c’erano dei donatori, una banca del liquido seminale, ma la difficoltà è sempre stata l’eterologa femminile. Gli altri Paesi ammettono il pagamento di un rimborso spese, intorno ai mille euro, per la donna che mette a disposizione i suoi gameti quindi ci sono un maggior numero di donatrici. In Italia però questo non è concesso e così sono solo le donne che già accedono alla fecondazione in vitro che donano gli ovociti in soprannumero, cosa che rende le liste d’attesa molto lunghe. Si dovrebbe pensare alla possibilità di avere un numero di donatrici anche al di fuori dei programmi di fecondazione assistita.
Cosa ancora dovrebbe cambiare?
Noi abbiamo bisogno di una legge uniforme, adesso noi lavoriamo sul frutto delle sentenze. Siamo al paradosso che possiamo fare la diagnosi preimpianto ma gli embrioni malati non possono essere distrutti e quindi dobbiamo congelarli. E’ paradossale che una donna può interrompere la gravidanza per motivi terapeutici se porta in grembo un embrione malato, ma noi non possiamo distruggerli e dobbiamo comunque congelarli. Ci sono cose della vecchia legge che rimangono in piedi e altre cose che i tribunali nel corso degli anni hanno abolito. Non c’è un’uniformità di vedute.
Quindi la legge 40 è superata, crede che i tempi siano maturi per una nuova norma?
Assolutamente sì, ma non credo che prima di due anni si riesca ad arrivare ad una nuova normativa. Ci sono una serie di problematiche giuridiche che si devono affrontare nel caso della fecondazione eterologa, come l’identità del donatore, l’eventuale riconoscimento. Ci sono nodi giuridici da sciogliere al di là di quelli etici.

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