Corriere della Sera: "Le mamme della fecondazione assistita potranno non riconoscere i loro figli"
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  • 8 Novembre, 2012

ROMA – I figli devono essere tutti uguali. Anche sul piano del disconoscimento. Ai genitori va attribuito il diritto di non volerli più e darli in adozione. Sia quelli venuti al mondo naturalmente, per i quali questa eventualità è sempre esistita, sia i bambini della provetta ai quali la legge sulla procreazione medicalmente assistita (la numero 40) imponeva l’appartenenza esclusiva alla coppia che lo ha generati. A equiparare gli uni e gli altri è un emendamento approvato ieri in commissione Affari Sociali della Camera. Iniziativa che sembra paradossale definire “antidiscriminatoria”. Ma così, in molti, l’hanno giudicata.

I deputati della commissione coordinati dal presidente Giuseppe Palumbo, Pdl, stanno esaminando un provvedimento sulle misure a sostegno della segretezza della gravidanza. con questa aggiunta, proposta da Antonio Palagiano, Idv, sono però intervenuti indirettamente sul testo che regola la fecondazione assistita (articolo 9). L’emendamento riguarda i bambini nati con tecniche omologhe, cioè frutto dei gameti (spermatozoi e ovociti) dei genitori, le uniche ammesse dal nostro ordinamento. Il divieto di disconoscimento resta invece valido per i figli dell’eterologa, ossia delle situazioni in cui viene impiegato un gamete appartenete a un donatore.

 
Pubblicazione: Corriere della Sera
Autore: MDB

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