Congelamento ovocitario: una speranza in più per diventare mamma
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Congelamento ovocitario: una speranza in più per diventare mamma

  • 1 Agosto, 2017

congelamento ovocitario
L’età biologica in cui la donna è più fertile non corrisponde a quella in cui si sente più preparata a diventare madre. La maggior fertilità, infatti, si raggiunge tra i 18 e i 27 anni, ma le donne, generalmente, in quella fase della loro vita stanno ancora completando gli studi o muovendo i primi passi nel mondo del lavoro. Per la maggior parte, l’età desiderata per avere il primo figlio è tra i 35 e 40 anni, rischiando, però, di andare incontro ad un calo della fertilità.
Accanto a questo cluster di donne, ci sono anche coloro che sono sopravvissute al cancro, ma desiderano avere dei figli. Purtroppo le donne che si ammalano di tumore rischiano l’infertilità a causa delle terapie antitumorali.
Come soddisfare questa nuova esigenza e conciliare i due aspetti? Fortunamente la scienza ha messo a punto la tecnica del congelamento ovocitario che, negli ultimi anni, è passata da “sperimentale” a “standard”, anche se ancora troppo poco nota e tutelata.

La situazione italiana

Ad oggi sono decine di migliaia le donne che hanno usufruito di questa tecnica soprattutto all’estero L’Italia è comunque un paese all’avanguardia per il congelamento ovocitario in quanto la legge 40/2004 sulle Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita aveva vietato inizialmente,prima della sentenza della Corte Costituzionale,il congelamento embrionario per cui l’unica soluzione per  conservare il materiale biologico soprannumerario e non esporre la donna a ripetuti cicli di stimolazione ormonale  è stato per molti anni solo ed esclusivamente il congelamento ovocitario..Recentemente è stato concesso  alle donne malate di cancro che desiderano preservare la propria fertilità la rimborsabilità  dei farmaci impiegati. Ciò nonostante il congelamento ovocitario è una tecnica ancora poco nota nel nostro paese e poco presa in considerazione da oncologi e ginecologi, risultato- questo- della scarsa informazione e attenzione verso questa tematica. Il congelamento ovocitario o crioconservazione degli ovociti è una forma di prevenzione efficace che andrebbe sempre prospettata alle pazienti reduci dal cancro: ben 2400 donne ogni anno potrebbero proteggere in questo modo la loro fertilità.
congelamento ovocitario agosto

Come avviene il congelamento ovocitario

Il primo punto da chiarire è: chi può ricorrere al congelamento ovocitario?

  • Coppie con remore morali al congelamento degli embrioni: con il congelamento ovocitario, infatti, gli ovociti non sono ancora fertilizzati, superando così l’empasse etica.
  • Donne che debbono sottoporsi a terapie antitumorali.
  • Donne con endometriosi o con una storia genetica di menopausa precoce.
  • Donne che, per vari motivi, pospongono l’età in cui avere il primo figlio (es. problemi economici, assenza del partner giusto, incertezza lavorativa: è il cosiddetto social freezing).
  • Donne che intendono donare i propri ovociti

C’è da specificare, tuttavia, che le probabilità di successo variano in base all’età della donna: fino a 36 anni, con 8-10 ovociti, si ha circa il 50% di possibilità di portare a termine la gravidanza in futuro; dopo i 36 anni, con lo stesso numero di ovociti congelati, le probabilità scendono al 20-30% se non si effettuano tecniche di diagnosi preimpianto sugli embrioni. Con il passare degli anni, dunque, la qualità degli ovociti peggiora e il limite per il loro congelamento è i 45 anni.
Fatte queste premesse iniziali, analizziamo più da vicino come avviene il congelamento ovocitario. La paziente deve sottoporsi ad un ciclo di stimolazione ormonale e poi ad un prelievo ovocitario, come avviene per la fecondazione in vitro, solo che in questo caso gli ovociti vengono fertilizzati e, una volta diventati embrioni, si trasferiscono nell’utero; nel congelamento ovocitario vengono prima crioconservati.
Le due principali tecniche di congelamento ovocitario sono la vitrifcazione e il congelamento lento, in cui cambia la velocità di raffreddamento degli ovociti. La più nuova è la vitrificazione, con cui le cellule uovo vengono portate al congelamento rapidamente (-30.000 °C al minuto), trattate con apposite sostanze per proteggerle dalla formazione di cristalli di ghiaccio intracellulare e poi immerse in azoto liquido a -192 °C. che assicura la migliore sopravvivenza ovocitaria post congelamento
Gli unici effetti collaterali del congelamento ovocitario possono essere determinati dalla stimolazione ovarica, ma con i farmaci attualmente impiegati sono sempre più rari. Inoltre, secondo gli ultimi studi pubblicati in Nord-America, Nord Europa e Israele, non c’è alcun rischio aumentato di insorgenza dei tumori in caso di stimolazione ovarica.
La legge italiana attualmente in vigore prevede che sia il medico a stabilire il numero adeguato di ovociti da inseminare per la paziente, in base alla sua anamnesi e al suo quadro clinico, al fine di ottenere un numero congruo di embrioni per ottenere una gravidanza, ma senza produrre un numero eccessivo di embrioni da crioconservare. Il vantaggio del congelamento ovocitario è quello di evitare la creazione embrioni sovranumerari (che costituiscono ovviamente un problema etico, morale e giuridico).
C’è da sottolineare anche che i bambini nati fino ad ora a seguito del congelamento ovocitario non presentano una maggiore incidenza di patologie genetiche o fenotipiche rispetto alla popolazione generale.
Infine, c’è da aggiungere che le donne che producono uno o più follicoli alla volta possono sottoporsi a cicli di Accumulo Ovocitario, ovvero cicli di stimolazione e prelievo seguiti direttamente dal congelamento degli ovociti. Lo scopo è quello di mettere da parte un più alto numero di ovociti che verranno poi scongelati tutti insieme in un unico ciclo di trattamento, al fine di ottimizzare le possibilità di successo di un singolo trasferimento. È stato infatti recentemente dimostrato dal nostro centro che il trasferimento combinato di un singolo embrione, ottenuto da ciclo fresco, con uno o più embrioni ottenuti da ovociti scongelati porta a percentuali di gravidanza più alte di quelle che si possono ottenere con transfer di singoli embrioni ottenuti da cicli freschi.
I cicli di accumulo ovocitario sono inoltre di fondamentale importanza per preservare la fertilità in tutte le pazienti che non vogliono avere figli in un futuro immediato, ma che possono crioconservare una parte dei loro ovociti in età ancora fertile.
Per maggiori informazioni sul congelamento ovocitario, richiedi un appuntamento presso il nostro centro, contattandoci allo 06 659 756 14 /43 o inviandoci una mail a segreteria@icsiroma.it/ info@icsiroma.it.
 
 
 
 
 

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  • congelamento ovociti
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