Fecondazione assistita: costi e requisiti
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Fecondazione assistita: costi e requisiti

  • 16 Gennaio, 2018

Il mondo della fecondazione assistita è un universo complesso ed emotivamente carico di dubbi ed aspettative.
È naturale, quindi, che di fronte alla possibilità di fare ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ci sia la necessità di grande chiarezza. I primi aspetti da precisare? Quelli che i pazienti si trovano ad affrontare sin dai primi istanti: chi può accedervi e quanto costa?
Analizziamo insieme, quindi, la legge 40/2004, nella versione attuale modificata, che regola puntualmente questo ambito medico.

Fecondazione assistita: i requisiti per accedere alle cure

Il percorso di fecondazione assistita è un cammino strutturato e dal perimetro ben definito: non tutti possono accedervi ed esistono parametri precisi da rispettare.
Secondo la legge 40/2004, per accedere ai trattamenti di fecondazione assistita devono essere rispettati i seguenti requisiti:

  • la coppia deve essere coniugata o convivente, composta da partner entrambi viventi, maggiorenni e in età potenzialmente fertile.
  • deve essere stata accertata dal medico una situazione di sterilità o infertilità che renda impossibile procreare naturalmente. Cosa implica questa condizione? Che la coppia abbia provato a concepire un bambino per almeno 12 mesi, ma senza successo, o che uno o entrambi i partner mostrino una predisposizione fisica permanente incompatibile con la procreazione.
  • la coppia deve essere informata e consapevole della procedura di fecondazione assistita.

Confermate le precedenti condizioni, e valutate le opzioni di ripristinare la fertilità con trattamenti medici o chirurgici, la coppia può accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Un percorso che spazia a più livelli di invasività e di complessità, e che include anche la fecondazione eterologa, che dal 2014 è legittima anche nel nostro Paese.
L’approccio possibile da adottare verso la PMA è quello della gradualità delle tecniche preferendo in un primo momento, per le coppie in cui la donna ha un’età inferiore ai 37 anni, le opzioni terapeutiche meno invasive e più semplici. In ogni caso, è bene tenere in considerazione l’età della donna e le problematiche specifiche della coppia per selezionare la metodologia più adeguata.

Dove sottoporsi ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita?

Con l’aumento delle coppie interessate alla procreazione medicalmente assistita ed una progressiva apertura in materia, il panorama dei centri che offrono le cure si sta ampliando.
Attualmente i centri più numerosi in Italia, soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud Italia, sono quelli privati: lo testimonia una recente indagine Censis, che sottolinea come, nel 2015, l’offerta privata fosse molto strutturata e ricca, rappresentando il 73% dell’intero panorama nazionale di PMA.
Una ricchezza di offerta completamente a vantaggio del paziente: chi è alla ricerca di centri vicini, geograficamente comodi e di fiducia, può godere di un ampio ventaglio di scelta tra le numerose strutture private.
Non solo: sempre secondo l’indagine Censis, i centri privati sembrano garantire una diagnosi più veloce. Chi si è rivolto ad un centro privato nel 72% dei casi ha individuato entro 6 mesi la causa dell’infertilità, contro il 51,6% di chi ha scelto un centro pubblico. Una variabile, quella del tempo, molto importante per le coppie alla ricerca di un figlio, che può influenzare in modo deciso la scelta del centro a cui affidarsi, privilegiando la velocità e l’efficienza.
Accanto ai centri privati, poi, è possibile rivolgersi a centri pubblici e privati convenzionati, agendo in questi ultimi due casi all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Un’opzione, quella della sanità pubblica, resa concreta da una novità in campo legislativo: ad inizio 2017, infatti, sono stati aggiornati i LEA – i Livelli Essenziali di Assistenza – ed è stata integrata la lista delle prestazioni che il SSN deve garantire ai cittadini includendo i trattamenti di fecondazione assistita omologa e eterologa.
Un passo importante che obbliga tutte le Regioni ad aprirsi al mondo della fecondazione assistita e ad abilitare centri – o convenzionarsi con esercizi privati – per offrire ai pazienti prestazioni ambulatoriali specialistiche. Da oggi inseminazione artificiale, FIVET e ICSI sono accessibili pagando un ticket, il cui costo è a discrezione regionale. Comunque in alcune regioni, come ad esempio nel Lazio, non esistono ancora centri privati convenzionati come già accade in Toscana o in Lombardia.

I costi della fecondazione assistita

Differenza tra pubblico e privato e discrezionalità regionale

La scelta di affidarsi ad un centro privato o ad una struttura pubblica o convenzionata è influenzata da diversi fattori.
Oltre ai parametri di fiducia, localizzazione geografica e qualità, la decisione può variare in base ai costi da sostenere per effettuare le terapie.
Il beneficio principale dell’inserimento della fecondazione assistita all’interno dei LEA è innegabilmente quello di rendere più accessibili queste tecniche mediche anche ai pazienti con limitate possibilità economiche, chiedendo di corrispondere solo un ticket.
Il costo del servizio pubblico varia di regione in regione e cambia a seconda della tecnica scelta.
Per avere un parametro di riferimento, analizziamo i costi della PMA nella Regione Lazio.
Qui, la Regione ha fissato varie fasce di prezzo per la fecondazione omologa: si parte da poco più di € 350 per una prestazione di I livello, che comprende monitoraggi di ovulazione e IUI, fino a raggiungere i € 955 per le prestazioni di III livello, in day hospital. Prezzi troppo bassi per assicurare una adeguata qualità ai pazienti, soprattutto laboratoristica. Si sta infatti cercando di portare le tariffe ad almeno € 2.350, una via di mezzo rispetto a € 4.000/5.000 della regione Lombardia.
Diverso è il discorso per la fecondazione eterologa, che parte dai €1.500, per seme da donatore ed inseminazione intrauterina, e raggiunge i € 4.000 per un’eterologa con ovodonazione.
Attenzione però: per accedere alla fecondazione assistita sotto Sistema Sanitario Regionale bisogna rispondere a requisiti precisi. Questa possibilità, ad esempio, è riservata alle donne con meno di 43 anni e consente di eseguire fino a tre tentativi.
E nel privato?
I costi per la PMA in strutture private variano da clinica a clinica e si diversificano a seconda delle tecniche e del prestigio del centro: risulta complesso, quindi, definire un range realistico ed attendibile.
Tuttavia, alcune cliniche private offrono agevolazioni economiche ai pazienti per l’acquisto di farmaci per la PMA, agendo tramite il SSN.
I centri abilitati alla prescrizione gratuita, infatti, si impegnano a consegnare ai pazienti il piano terapeutico completo, indicando la tipologia di farmaci necessari, il numero di confezioni e i dosaggi.
Con questo documento, sarà sufficiente recarsi dal medico curante per richiedere una ricetta utile ad ottenere questa categoria di medicinali, semplicemente corrispondendo un ticket minimo in farmacia.

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