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Arriva il Super embrione

  • 22 Settembre, 2014

Fecondazione, Greco: Arriva super embrione “sano” per gravidanze certe

Roma, 08 LUG – “Si chiama blastocisti, un embrione che si puo’ coltivare in vitro con speciali mezzi di coltura in grado di farlo sviluppare fino a 200 cellule rispetto alle 8-12 cellule di un embrione tradizionale, ma che prima di essere trasferito all’interno della cavita’ uterina viene analizzato per essere certi che sia geneticamente sano grazie ad una sofisticatissima tecnica (Pgs mediante microarray Cgh) che confronta il dna dell’embrione analizzato con quello di uno sano di riferimento.
In questo modo, oggi e’ possibile assicurare a il 65-70 per cento di gravidanza a tutte quelle donne che si sottopongono a programmi di fecondazione in vitro ma che devono essere in grado di produrre almeno una blastocisti sana per raggiungere questi risultati” . Ad affermarlo, in una nota, e’ Ermanno Greco, direttore del centro di Medicina della Riproduzione di European Hospital di Roma nel commentare ‘una tecnica che rivoluziona la fecondazione in vitro convenzionale’, pubblicata su Biomed Research International e presentata all’ultimo congresso della Societa’ Europea della Riproduzione Umana (ESHRE), tenutosi a Monaco di Baviera.
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Aneuploidie embrionali

Embrione

(ASCA) – Roma, 9 lug 2014 – ”Si chiama blastocisti, un embrione che si puo’ coltivare in vitro con speciali mezzi di coltura in grado di farlo sviluppare fino a 200 cellule rispetto alle 8-12 cellule di un embrione tradizionale, ma che prima di essere trasferito all’interno della cavita’ uterina viene analizzato per essere certi che sia geneticamente sano grazie ad una sofisticatissima tecnica (Pgs mediante microarray Cgh) che confronta il dna dell’embrione analizzato con quello di uno sano di riferimento. In questo modo, oggi e’ possibile assicurare a il 65-70 per cento di gravidanza a tutte quelle donne che si sottopongono a programmi di fecondazione in vitro ma che devono essere in grado di produrre almeno una blastocisti sana per raggiungere questi risultati” .
Ad affermarlo, in una nota, e’ Ermanno Greco, direttore del centro di Medicina della Riproduzione di European Hospital di Roma nel commentare ”una tecnica che rivoluziona la fecondazione in vitro convenzionale’, pubblicata su Biomed Research International e presentata all’ultimo congresso della Societa’ Europea della Riproduzione Umana (ESHRE), tenutosi a Monaco di Baviera.
”Abbiamo sottoposto a questa tecnica, in un primo tempo, solo pazienti che avevano alle spalle piu’ di 3 o 4 tentativi di fecondazione in vitro andati male, scoprendo che molti degli embrioni prodotti in vitro o non sono in grado di arrivare allo stadio di blastocisti o non sono sani anche in donne giovani, individuando cosi’ il motivo per cui molti tentativi di fecondazione in vitro falliscono nonostante la produzione di embrioni di ottima qualita’ – aggiunge il prof. Greco -.
Coltivando gli embrioni in vitro  per un periodo piu’ lungo, pari a 5-6-7 giorni, rispetto a quello convenzionale, 3 giorni, ed analizzando poi l’assetto cromosomico dello stesso, siamo in grado siamo non solo di diagnosticare in modo molto precoce anomalie cromosomiche (come monosomie e trisomie), ma soprattutto di trasferire un unico embrione sano nell’utero materno e di raggiungere percentuali di successo del 65-70 per cento senza incorre nel rischio di gravidanze multiple o di aborti precoci, aumentando in maniera significativa la percentuale di ”bambino in braccio”’.
Greco conclude: ”A European Hospital abbiamo gia’ applicato la tecnica su oltre 500 cicli di fecondazione in vitro tramite metodica Icsi, che ha portato alla nascita di 110 bambini sani mentre altre 180 sono in evoluzione. In queste ultime pazienti la diagnosi prenatale non ha evidenziato alcuna anomalia genetica a riprova della sicurezza della tecnica. E’ un ulteriore passo avanti scientifico volto a tutelare sempre di piu’ la salute della donna, evitando inutili terapie ormonali ed allontanando lo spettro dell’aborto terapeutico”.

red/mpd 091927

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  • fecondazione in vitro
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